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Scegliere il fotografo “giusto”. Cosa c’è da sapere?
In 13 Ottobre 2019 da giuseppescaliphotoHo aspettato molto a scrivere un pezzo del genere. Principalmente perché ogni fotografo, giovane o di esperienza, bravo o incapace totale, appena ha accesso al blog o alla sua pagina social, scrive ESATTAMENTE la stessa cosa, convinto della sua originalità e saggezza.
Infatti basta scrivere su google “10 motivi per scegliere un fotografo” e verrai letteralmente INONDATA da elenchi come questo.
Mettiti comoda, perché il pezzo è lunghetto (e fondamentalmente inutile), pero ehi, piuttosto che leggere gli ingredienti dello shampoo o lasciarsi i segni sulle cosce per l’ennesima partita a Clash of Clans seduta sul water…
Il punto è; comprendo esattamente tutti i motivi per i quali una sposa esiti a lungo sulla scelta o sull’opportunità di rivolgersi ad un professionista, per scattare le foto del suo matrimonio.
Li comprendo, certo. Ma non posso condividerli; a meno di eccezioni (e sono poche, per un semplice motivo che vi spiegherò più avanti), avere un professionista capace, presente ma invisibile, disponibile e sorridente, ed a conoscenza di ogni meccanismo che, in un giorno così importante, inevitabilmente sfugge ai non addetti ai lavori, è un vantaggio senza pari.
Anche il costo non può giustificare la ritrosia ad affidarsi ad un professionista. Ci sono operatori abbastanza validi che applicano prezzi concorrenziali, e colleghi di altissima gamma il cui cachet è seriamente una delle voci più alte del budget di un wedding ben organizzato.
Quando compri un’auto, puoi affidarti ad una Panda o ad una Maserati.
Ovviamente non potrai andare a 280 all’ora sulla parabolica di Monza con una Panda, o trasportare tre marmocchi urlanti armati di Cucciolone dentro una Maserati (le poltrone Frau non vanno d’accordo con il gelato sciolto e le dita appiccicose).
Ogni scelta ha giustamente delle conseguenze, ma in un caso o nell’altro, si riesce a localizzare il giusto mezzo al giusto prezzo.
Quel che sicuramente non dovresti fare, è chiuderti in garage e cercare di costruirti un’automobile da sola (a meno che non ti chiami Elon Musk), o chiedere aiuto al cugino che la domenica, quando eravate ragazzi, smontava il carburatore del motorino.
Anche se poi il motorino andava meglio, il più delle volte avanzavano inspiegabilmente delle viti, e il motorino esplodeva a 5 km dal garage, costringendoti ad un mesto ritorno a casa, spingendo il mezzo defunto.
Come dicevo, i motivi per i quali dovresti rivolgerti a professionisti, per qualsiasi aspetto del tuo matrimonio, sono tantissimi, e non è seriamente possibile elencarli in un post del mio blog. Sentiamoci e ti spiegherò tutto di persona, senza impegno!
Quel che posso fare qui, sicuramente, è l’ennesimo elenco (spero almeno più originale) di 10 punti essenziali (con dichiarazione di inutilità finale…!), che magari potranno chiarirti le idee.
Quindi, venendo al sodo; perché devi spendere tutto questo denaro (che poi, non è chissà quale cifrona… Spenderai di più per i drink dell’open bar, fidati!), per una cosa (premere un bottone), che secondo una leggenda popolare, può fare chiunque?
- Sono un professionista
Ma va? Non ci avevo pensato! Genio!
Non è tanto per convincerti a chiedermi un preventivo; questa è solo una difesa della buona fotografia. ci sono ottimi dilettanti, migliori di tanti professionisti, su questo non ci piove.
Ma ogni dilettante ha una curva di apprendimento che lo porterà, un bel giorno, a capire che c’è un momento nel quale è meglio posare la fotocamera ed emozionarsi per chi si sta sposando, senza perder tempo a fare foto, visto che c’è già il fotografo.
Questa cosa mi è successa poche volte, ma quando un parente appassionato di fotografia mi dice “preferisco che le foto le facciate voi, io devo godermi i momenti del matrimonio”, mi partono la gratitudine e la riconoscenza level 9000.
Prima di raggiungere questa consapevolezza, però, il “cugino” sarà soltanto un mediocre scattino, convinto che bastino una manciata di likes presi nel gruppo phbravissimi, una bella fotocamera e una lente luminosa per ottenere dei risultati.
E il prezzo di questa convinzione lo pagherai, salatissimo, quando vedrai le sue foto.
Non pensare che sia una cosa che succede raramente; mi è capitato più volte di ricevere richieste di preventivo per sistemare immagini disastrose…
Se pensi di risparmiare oggi, prendendo un abusivo o un cugino bravo con la macchinetta, è perché non sai quanto ti costerà dopo. E non stiamo parlando di denaro, purtroppo. - Sono assicurato.
Questo non significa che automaticamente non devi temere nulla. Significa soltanto che ho una polizza a TUA tutela, nel malaugurato caso che succeda qualche evento che non è controllabile né da me né da nessun altro… E non è una cosa impossibile.
Senza contare che, come ogni buon professionista, ho materiale di backup per tre matrimoni; praticamente mi possono fermare solo un meteorite o Putin! - Sono preparato
Ai matrimoni succede di tutto. E quando dico di tutto, intendo “DI TUTTO”.
Avere vicino a te una persona che, nonostante defezioni, problemi, imprevisti ed ansie varie, sa esattamente cosa sta succedendo e cosa può fare comodo in determinati momenti, non ha prezzo.
Prima dell’avvento delle wedding planner, molte delle sfighe che capitavano venivano risolte dal fotografo; abbiamo una lunga tradizione di supporto e competenza… Inclusa nel prezzo! - Sono competente
Come ho già scritto sopra, ci sono eventi, nella vita di una persona, che possono definirsi unici (o quasi). Uno di questi è il giorno del matrimonio. Affidarsi al cugino bravo a fare le foto ai tramonti è come decidere di farsi fare il trapianto di cuore dal macellaio. O farsi costruire casa dal cognato esperto di Lego…
Dietro il mio indice destro ci sono trent’anni di studio, sacrifici, letture, sfide, fallimenti, corsi, preparazione, conoscenza del mezzo, capacità di osservazione, capacità tecnica, modestia (il giusto), umiltà (tanta), e poi basta perché non ho tutto questo spazio su WordPress…
In buona sostanza, la competenza è una skill guadagnata nel tempo e sul campo, e non può che alzare l’asticella.
L’essenziale è invisibile agli occhi. Il mio compito è vederlo e mostrarvelo. - Sono paziente
Una giornata di matrimonio dura non meno di 12 ore, se si considera che sono già con la fotocamera in mano alle 8 del mattino, quando parte la fiera del trucco e parrucco, e la rimetto in borsa quasi sempre a mezzanotte, se non dopo…
E in tutto questo tempo, la maggior parte delle volte ci sono lunghi momenti di NOIOSA attesa, inframmezzati da 10 secondi di irripetibile adrenalina (entrate degli sposi, scambio di anelli, lancio del riso, entrata in sala, il bouquet….), nei quali devo essere pronto al 300%.
Le virtù di un fotografo professionista devono essere la pazienza e, ovviamente, la prontezza di riflessi! I tempi dell’evento li conosce bene solo chi sa prevederli. Non penso che vorresti ripetere l’entrata in chiesa o il lancio del riso, perché il “cugino” ha cannato la foto, vero? - Sono empatico
E che c’entra, direte voi? C’entra, c’entra… Io mi emoziono OGNI. FO**UTA. VOLTA. Più e più volte.
Mi ritrovo con gli occhi lucidi, o magari con un sorriso modello Stregatto. E non ho la più pallida idea di chi sia la persona che sta piangendo o ridendo davanti a me!
Riesco esattamente a immaginare cosa stia pensando quel papà mentre tiene sottobraccio sua figlia, camminando lungo la navata.
O mi rendo conto che sta per succedere qualcosa, solo da un incrocio di sguardi fra madre e figlio.
Se pensi che questo non c’entri nulla con la fotografia, guarda queste immagini.
Adoro poter fotografare questi momenti, ogni volta che sono presente a queste piogge di emozioni, mi sento come se ricevessi un dono. Ed in cambio di questi doni, restituisco le immagini che vedo, nel vostro giorno più bello. - Sono fashion addict
Anche se può sembrare un discorso superficiale, siamo tutti influenzati dai mood di tendenza. Ogni trasmissione televisiva, film, copertina di rivista, serie di Netflix, hanno una precisa scelta stilistica e di colore.
Quindi, anche se in maniera inconscia, saremo sempre attratti di più da ciò che ci viene direttamente o indirettamente proposto dai media.
Uno dei compiti di un buon professionista dell’immagine è conoscere ed applicare con la giusta presenza un mood gradevole e contemporaneo, senza ovviamente strafare. L’uniformità del risultato e la gradevolezza del grading non sono una cosa scontata. E non sono competenze accessibili a tutti, senza un’adeguata formazione e dedizione allo studio. Difatti… - Sono “formato”
ho perso il conto dei corsi, workshop, webinar e momenti di formazione che ho frequentato nel corso degli anni. Ho iniziato a lavorare ai matrimoni solo dopo aver raccolto sufficienti dati ed esperienze da colleghi famosi e meno famosi.
Sono anche inserito in varie associazioni di matrimonialisti nazionali ed internazionali, che pretendono continua formazione e qualificazione.
Ogni giorno che dedico alla formazione, o anche soltanto a fare da secondo ad un collega più bravo, è un momento di arricchimento irripetibile.
Nel 2015 un collega bravissimo e blasonato, al quale mi presentai armato di belle speranze, con un portfolio che conteneva le foto da me ritenute “belle”, mi stroncò senza mezzi termini. Non finirò mai di ringraziarlo per la lezione avuta.
Non è facile rialzarsi dopo una sberla, ma se sono qui e lavoro, e metto tutta la mia passione in ogni scatto, è anche grazie alle sconfitte raccolte durante gli anni. - Sono naturale
“fammi bella con photoshop” è una frase che sento abbastanza spesso. Non è questione di saper clonare via un neo, di cancellare da tutte le foto la ex di tuo fratello, o di spostare un fianco per limare qualche chilo.
Il punto è che la stragrande maggioranza delle volte, questa frase orrenda viene detta da persone bellissime. In realtà non è mai questione di estetica, ma di aura. Non credo di aver mai visto una sposa brutta; non si può essere brutte il giorno più bello della propria vita!
Ovviamente la bellezza delle emozioni va colta e fatta vedere, ed è infinitamente più complicato. Quindi, andiamo direttamente all’ultimo punto… - Sono tutte fregnacce.
Ma, alla fin fine, queste sono solo parole. La verità è che nessuno vi potrà convincere ad affidarvi ad un fotografo solo con le chiacchiere.
Se mai andrai a Madrid a vedere Guernica, chi ti farà vedere il quadro non ti parlerà mai della marca di pennelli che ha usato Picasso, del tipo di superficie scelta per la stesura, del fatto che ci abbia messo solo due mesi a dipingerlo, o di quanto sia costato trasportarlo all’Expo di Parigi del 1937.
Semplicemente, ti fermerai davanti alla tela e ti metterai a piangere, sopraffatta dalle emozioni.
Ecco cosa vendo io; emozioni. So come catturarle e so come trasmettervele. La differenza sta solo qui; e questa cosa non ha prezzo.